“Così i ladri vanno all’attacco”: LoJack svela i nuovi modus operandi dei topi d’auto

  • February 16, 2021
  • admin

Quali sono le tecniche più diffuse per rubare un’auto? E come è possibile che in meno di 30 secondi i ladri possano violare i sistemi di sicurezza delle moderne auto? A queste domande – con lo scopo di mettere in guardia gli automobilisti – risponde LoJack Italia, società del Gruppo CalAmp leader nelle soluzioni telematiche per l’Automotive e nei sistemi di sicurezza di bordo: raccogliendo e analizzato i dati forniti dal Ministero dell’Interno (e integrandoli con quelli provenienti da elaborazioni e report nazionali e internazionali), LoJack svela infatti che i topi d’auto si adattano rapidamente alle nuove tendenze del mercato automotive; oggi è sempre più un’attività strategica appannaggio delle organizzazioni criminali o di bande ben strutturate e attrezzate con device tecnologici di ultima generazione in grado di aprire e mettere in moto vetture di elevato valore, così come le utilitarie.

Secondo le stime LoJack elaborate anche sulla base degli strumenti di ritrasmissione recuperati dalla Polizia nelle attività congiunte di recupero, oggi in Italia oltre il 25% dei furti di vetture e SUV dotati di Intelligent key (chiave contactless che consente l’apertura/chiusura del veicolo a breve distanza), viene compiuto anche grazie all’utilizzo di un dispositivo tecnologico, in grado di beffare il proprietario della vettura in soli 30 secondi, anche quando ritiene di essere al sicuro.

In particolare due sono le modalità hi-tech più utilizzate da quelli che una volta venivano definiti “topi d’auto” che operano in Italia:

  • la ri-programmazione della chiave attraverso la presa di diagnostica
  • la duplicazione del segnale della smart key: il “relay attack”

In relazione al primo caso, negli ultimi cinque anni è aumentato gradualmente l’utilizzo di apparecchiature di programmazione della chiave tramite la connessione fisica alla porta della diagnostica di bordo OBD, anche grazie all’ampia disponibilità in rete di strumenti di sabotaggio e alle finora inefficaci contromisure messe in campo dalle Case auto. Il ladro forza la portiera in modo tradizionale per introdursi nell’abitacolo, collega un dispositivo alla porte OBD ed ha così accesso alle informazioni riservate del transponder, ottenendo facilmente una nuova chiave nel giro di pochi secondi.

Altrettanto efficace con i veicoli dotati di smart key è il cosiddetto “relay attack”: grazie a ripetitori in radiofrequenza, il ladro può anche a distanza di alcuni metri (anche dall’esterno dell’abitazione) captare il segnale della “chiave elettronica” in possesso del proprietario, farlo “rimbalzare” dal suo device fino a quello del suo complice, posizionato nelle vicinanze della vettura da sottrarre. L’auto viene così ingannata e i sistemi di protezione azzerati. Maggiori info https://stage.lojack.it/resources/white-papers/

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